Correzione ptosi e blefaroplastica: perché unire i due interventi
Chirurgia

Correzione ptosi e blefaroplastica: perché unire i due interventi

All’occhio attento di un chirurgo oculoplastico non sfugge nulla, neppure un piccolo particolare che potrebbe fare la differenza. Molto spesso chi ha uno sguardo spento e maltrattato, una sensazione costante …

All’occhio attento di un chirurgo oculoplastico non sfugge nulla, neppure un piccolo particolare che potrebbe fare la differenza.

Molto spesso chi ha uno sguardo spento e maltrattato, una sensazione costante di occhio affaticato e stanco tende a pensare che sia sufficiente un intervento di blefaroplastica superiore per risolvere il problema.

Non è sempre così. Nella maggior parte dei casi, infatti, i pazienti presentano, oltre a un problema di pieghe palpebrali, anche una leggerissima ptosi, del tutto impercettibile a un occhio profano eppure presente. 

Spesso si è in presenza di ptosi molto piccole, che l’oculoplastico riconosce attraverso dei segnali come:

  • attributo emozionale di stanchezza
  • piega palpebrale non definita o asimmetrica (una più alta rispetto all’altra)
  • sopracciglio non perfettamente in linea (uno più alto dell’altro)

Cosa fa il chirurgo oculoplastico per migliorare le palpebre superiori

I pazienti che presentano anche un piccolo problema di ptosi, da correggere contestualmente alla blefaroplastica, sono oltre il 50% del totale.

Accorgendosi del problema, il chirurgo oculoplastico propone al paziente di sottoporsi a uno specifico test di stimolazione del muscolo di Müller, che permette di capire se si è in presenza o meno di ptosi. 

Non c’è da temere: il test è semplice e, soprattutto, indolore. Nell’occhio del paziente viene instillata una goccia di collirio di fenilefrina in modo da stimolare il movimento palpebrale. In questo modo si può individuare l’eventuale ptosi e correggerla.

Cosa accade se il risultato del test è positivo? Il chirurgo in questo caso consiglierà di eseguire contestualmente un intervento correttivo della ptosi per via transcongiuntivale (interna alla palpebra) e la blefaroplastica superiore, così da ottenere il risultato sperato.

Ptosi e blefaroplastica: quando l’unione dà il risultato perfetto

In pazienti con lieve ptosi uno sguardo più vivace e rinfrescato si può avere solo unendo l’intervento correttivo di questo difetto e la blefaroplastica. In questo modo si ha un vero risultato naturale che non stravolge la fisionomia del viso, ma dona ad esso una nuova luce.

La correzione della ptosi palpebrale per via transcongiuntivale, quindi, rende ottimale il risultato della blefaroplastica superiore

Il perché è semplice. Senza l’abbinamento dei due interventi si dovrebbe andare ad eliminare una quantità decisamente abbondante di pelle dalla palpebra superiore, nel vano tentativo di compensare la ptosi. Se, invece, si procede prima con un intervento correttivo, si dovrà rimuovere molta meno pelle e il risultato sarà migliore. 

Per una valutazione accurata della situazione vi invitiamo a contattarci

La Redazione