COS’È L’ESOFTALMO - OFTALMOPATIA TIROIDEA?
Si definisce esoftalmo la protrusione di uno o entrambi i bulbi oculari oltre la rima palpebrale (occhio sporgente oltre il margine della palpebra).
La causa più comune di esoftalmo è l’ Oftalmopatia Tiroidea o Morbo di Graves. L’affezione, che colpisce soprattutto donne nella fascia di età tra i 20 e i 60 anni, è di origine autoimmune.
Le due principali modifiche oculari in presenza di orbitopatia tiroidea sono:
- Occhi sporgenti
- Retrazione palpebrale
In presenza di esoftalmo è essenziale considerarne alcune caratteristiche:
- Entità: lieve, moderata o grave.
- Insorgenza: acuta o cronica
- Localizzazione: monolaterale o bilaterale.
Gli occhi diventano sporgenti in quanto il tessuto connettivo e il grasso contenuto nelle orbite viene ad essere infiltrato, in un modo anomalo, da linfociti, mastociti e plasmacellule. Allo stesso tempo nei muscoli estrinseci dei bulbi oculari, si verifica un accumulo di glicosaminoglicani e collagene con conseguente ulteriore aumento del volume orbitario.
COME PROGREDISCE L’ORBITOPATIA TIROIDEA E QUALI SONO I SINTOMI?
L’orbitopatia tiroidea è caratterizzata da due fasi differenti:
- La prima, denominata fase attiva o infiammatoria, è quella dove il paziente riscontra le maggiori problematiche oculari come: dolore oculare, edema o gonfiore palpebrale, bruciore ed arrossamento oculare (soprattutto al risveglio mattutino), sensazione di corpo estraneo, secchezza oculare, annebbiamento visivo, chemosi congiuntivale, diplopia (visione doppia), aumentata sensibilità alla luce ed abbondante lacrimazione. Questa fase ha normalmente una durata che varia tra i 6 ed i 12 mesi e può risolversi anche spontaneamente. Fondamentale è essere presi in carico da un endocrinologo – che cercherà di stabilizzare la funzione della tiroide con una terapia medica, chirurgica o con radioiodio – e da un oculista oculoplastico – che gestirà la sintomatologia oculare. Nei casi più gravi di malattia di Graves, i pazienti possono riscontrare una diminuzione della vista, in quanto l’aumento del volume dei tessuti orbitari, porta ad una vera a propria compromissione della vascolarizzazione del nervo ottico. In questo caso ci troviamo dinanzi ad un’emergenza oculistica che va prontamente riconosciuta e trattata.
- La seconda, denominata fase fibrotica, è quella priva di segni di infiammazione oculare; infatti, gli occhi ritornano ad essere bianchi, ma si rendono più evidenti i danni avvenuti in fase 1 come: esoftalmo, retrazione palpebrale, gonfiore palpebrale, riduzione dell’ammiccamento, strabismo (deviazione del bulbo).
FATTORI DI RISCHIO:
Tra i principali fattori di rischio, connessi allo sviluppo dell’orbitopatia tiroidea, troviamo:
- Il fumo della sigaretta
- Predisposizione genetica
- Il sesso femminile
- Anomalie tiroidee
- Età
POSSO SOTTOPORMI ALL’INTERVENTO DI CORREZIONE DELL’ ESOFTALMO?
Il trattamento dell’esoftalmo è secondario alla sua eziologia: prima di qualunque trattamento è essenziale riconoscere e tentare di risolverne la causa, in collaborazione con altri specialisti, endocrinologi.
Si rivolgono al chirurgo oculoplastico nel caso in cui:
- La protrusione bulbare causa imbarazzo e rifiuto del proprio aspetto, per un innaturale sguardo sbarrato e ‘spaventato’ che non ne rispecchia lo stato d’animo. Nei quadri monolaterali la spiccata asimmetria di sguardo può essere fonte di profondo disagio estetico ed emotivo.
Pazienti in cui l’esoftalmo si associa a sintomi da sofferenza della superficie oculare: fastidio, lacrimazione eccessiva, bruciore e prurito, dolore, sino alle temibili ulcere corneali.
IN COSA CONSISTE LA TERAPIA CHIRURGICA DELL’ESOFTALMO – ORBITOPATIA TIROIDEA?
Il trattamento completo dell’oftalmopatia tiroidea prevede tre differenti interventi chirurgici, rivolti alla risoluzione dei diversi aspetti della patologia:
- La decompressione orbitaria
- La correzione dello strabismo
- La chirurgia palpebrale
La chirurgia palpebrale (correzione della retrazione palpebrale) rappresenta l’ultimo step riabilitativo dell’oftalmopatia tiroidea. Nei casi più lievi la retrazione palpebrale può essere corretta mediante una tecnica transcongiuntivale mini invasiva (dalla parte interna della palpebra), che consiste in una incisione al margine interno della palpebra, senza cicatrici visibili.
È possibile eseguire interventi di indebolimento del muscolo elevatore e\o del muscolo di Müller (palpebra superiore) e dei muscoli retrattori inferiori (palpebra inferiore). In alcuni casi di retrazione particolarmente severa può essere necessario un innesto da materiale autologo (mucosa buccale, palato duro, cartilagine, derma), eterologo (sclera proveniente da donatore), o costituito da materiali sintetici.
Ogni paziente verrà indirizzato e consigliato verso le pratiche chirurgiche più appropriate e all’avanguardia, secondo le più aggiornate linee guida delle associazioni chirurgiche internazionali
QUALI SONO I RISULTATI DEL TRATTAMENTO DI UN ESOFTALMO?
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La correzione della retrazione palpebrale rappresenta l’ultimo passaggio chirurgico nell’iter terapeutico e riabilitativo del paziente. L’intervento permette di ridurre l’anomala apertura della rima palpebrale e di ottenere armonia dello sguardo mediante una migliore simmetria tra i due occhi.
Il risultato finale è una più efficace chiusura dell’occhio, una posizione palpebrale corretta, uno sguardo meno spalancato e innaturale
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