Avere uno sguardo magnetico e penetrante: un trend che negli ultimi anni si è fortemente consolidato, ponendo in maniera sempre più accentuata l’attenzione sulla forma degli occhi.
Questo ha portato un aumento delle richieste di interventi per la correzione dell’occhio tondo, una delle forme più difficili da valorizzare.
Non parliamo di un occhio leggermente tondeggiante come quello di Mila Kunis o di Katy Perry, che ricorda quello di un tenero cerbiatto, bensì di un occhio in cui è ben evidente un problema di scleral show.
Definiamo l’occhio tondo
L’occhio tondo viene in gergo definito tale quando si ha uno “spanciamento” della palpebra inferiore. Il bordo inferiore dell’occhio, quindi, non tocca l’iride mostrando un’ampia porzione di sclera, la parte bianca dell’occhio.
Le cause? Possono essere:
- congenite: il viso medio non si è sviluppato a dovere. Questo non permette ai tessuti molli della zona perioculare di avere il necessario sostegno, provocando così lo spanciamento verso il basso della palpebra inferiore.
- indotte: in questo caso si parla di complicanze post-blefaroplastica.
Analizziamo da vicino questo secondo caso.
Le richieste di un intervento di blefaroplastica inferiore e superiore sono in esponenziale crescita nell’ultimo periodo.
Del resto, la chirurgia delle palpebre aiuta molte persone a ritrovare uno sguardo finalmente rilassato e ringiovanito, rinvigorendo anche l’autostima.
Tuttavia, un intervento di blefaroplastica inferiore non ben eseguito può portare con sé delle complicanze. Se chi opera rimuove una quantità eccessiva di tessuto cutaneo, scivolando troppo verso il basso, causa un netto abbassamento del margine palpebrale. La parte bianca dell’occhio viene esposta in maniera innaturale e, nei casi più gravi, si può anche arrivare all’ectropion (palpebra inferiore ruotata verso l’esterno e allontanata dal bulbo oculare).
Il risultato? Disastroso dal punto di vista estetico, ma non solo. Chi si ritrova con un “occhio a pesce” dopo un intervento di blefaroplastica mal eseguito potrebbe avere anche problemi di lubrificazione e di abrasione corneale, causati dall’estrema esposizione sclerale.
Correzione occhio tondo: cosa fare
La correzione dell’occhio tondo è possibile e, in alcuni casi, è necessaria.
Come migliorare la situazione e liberarsi del problema? Anche in questo caso ci sono due vie da seguire.
Sarà il chirurgo oculoplastico a decidere, in fase di visita, il percorso migliore da seguire. Attraverso una approfondita analisi specialistica verranno presi in considerazione diversi aspetti, dall’integrità dei tessuti alla complessità e gravità della situazione.
Un iter risolutivo per la correzione di un occhio tondo prevede, sostanzialmente, la possibilità di agire o con dei filler a base di acido ialuronico o con la chirurgia estetica, che in questo caso assume una connotazione anche funzionale.
Filler per occhio tondo
Se si opta per un filler a base di acido ialuronico per correggere un occhio tondo si punta a creare il supporto necessario alla palpebra inferiore sfruttando l’effetto volumetrico dello stesso.
Solitamente si consiglia un approccio di questo tipo quando il problema non è fortemente accentuato e quando non si hanno delle ripercussioni sulla funzionalità dell’occhio derivanti dallo scivolamento verso il basso della palpebra.
Interventi di chirurgia estetica per occhio tondo
Se, invece, si è davanti a un caso più complesso la soluzione si chiama chirurgia estetica. In questo caso l’aumento volumetrico a sostegno della palpebra può essere dato da una serie di interventi combinati, mirati alla risoluzione dell’inestetismo.
Il chirurgo oculoplastico, alla luce dell’analisi clinica, potrebbe consigliare:
- lipofilling, in grado di ridare volume alle zone svuotate che non erano più in grado di supportare la palpebra inferiore
- cantoplastica, in grado di sollevare il margine esterno dell’occhio conferendo allo stesso un aspetto più allungato
- lifting malare e mid-face, in grado di alzare le strutture del complesso viso medio-palpebra inferiore
- innesto di cute
E’ importante sottolineare come spesso si combinino più interventi per riuscire a riposizionare nel modo corretto la palpebra inferiore spanciata. In molti casi è auspicabile avere una ipercorrezione post operatoria che tenga conto del fisiologico assestamento verso il basso delle strutture medio facciali.
Redazione Oculoplastica – Dr. Graziani