Plexer occhi: cos’è e quando è consigliato
Chirurgia

Plexer occhi: cos’è e quando è consigliato

Cos’è il Plexer occhi e in quali sono i vantaggi e i limiti di questo trattamento non chirurgico? In quali casi è utile è da prendere in considerazione e quando, invece, si deve ricorrere alla blefaroplastica chirurgica?

Gli occhi sono il cuore dello sguardo. Amiamo esaltarli con il make-up, volumizzando le ciglia o dando una forma specifica alle sopracciglia in base all’armonia del nostro viso. Eppure, quando questi sono segnati da un eccesso di cute palpebrale, il make-up serve a poco, così come servono a poco i prodotti cosmetici da applicarvi.

Lo sguardo stanco, affaticato, spento prenderà il sopravvento anche sull’occhio più bello ed espressivo. Per questo siamo alla ricerca di una soluzione che sia valida e definitiva.

Se il problema è causato dall’eccesso di cute palpebrale che appesantisce gli occhi, la migliore soluzione per ringiovanire e rinfrescare uno sguardo ha un solo nome: chirurgia estetica e più precisamente la blefaroplastica.

Tuttavia, viene anche richiesto di trattare le palpebre e le piccole rughe sotto gli occhi senza utilizzare la chirurgia come, ad esempio, il Plexer.

Di cosa si tratta e qual è la sua efficacia?

Cos’è il Plexer occhi e come funziona

Quando si parla di blefaroplastica non ablativa, si deve immaginare un dispositivo elettrico, il Plexer, che sfrutta la ionizzazione dei gas presenti nell’aria per generare una piccola scossa elettrica che agisce a livello dell’epidermide creando una sublimazione (il passaggio dallo stato solido a quello gassoso senza passare per lo stato liquido).

Il fattore stimolante è che il calore trasmesso interessa solo la parte da trattare senza passare dai tessuti circostanti, ciò permette di poter lavorare sulla zona palpebrale, senza interessare l’occhio.

Chi utilizza questo metodo parla, inoltre, di un duplice vantaggio: lo stimolo che viene dato interessa anche le fibre di collagene che, riattivandosi, conferiscono alla pelle un nuovo aspetto più tonico.

Essendo però la zona palpebrale una zona dove fondamentalmente non c’è sotto cute, gli effetti positivi di riattivazione delle fibre di collagene vengono meno.

Siamo nel campo dell’elettro-chirurgia che promette di eliminare i difetti palpebrali senza l’utilizzo del bisturi e in poche sedute di circa 15 minuti l’una. Si potrebbe definire un trattamento da “pausa pranzo”, come suggeriscono in molti, ma è davvero così? Per quelli che sono gli standard di richiesta dei pazienti no.

Chi si sottopone al trattamento dovrà fare i conti, per almeno qualche settimana, con il gonfiore della zona trattata che potrebbe accompagnarsi a rossore e piccole crosticine che cadranno dopo poco.

Blefaroplastica non chirurgica con Plexer: è sempre consigliata?

Bisogna fare una premessa prima di rispondere a questa domanda.

È sempre altamente consigliato affidarsi al parere esperto di un oculoplastico, il quale, attraverso una visita specialistica, saprà consigliare il percorso migliore da seguire per ogni singolo paziente.

Il Plexer è uno strumento sicuramente valido ma non per tutte le imperfezioni palpebrali e non per tutti i pazienti.

Si deve inoltre sottolineare che la risoluzione non sarà definitiva ma entro i 12 mesi sarà necessario sottoporsi nuovamente al trattamento.

La blefaroplastica chirurgica invece, oltre a rimodellare la palpebra conferendo alla zona e al viso un’armonia naturale, ha una durata nel tempo decisamente maggiore (diversi anni).

Per questo motivo è consigliabile optare per la blefaroplastica con Plexer quando ci sono da minimizzare delle piccole rughette palpebrali o degli eccessi di cute minimi.

Redazione Oculoplastica – Dr. Graziani