Un viso luminoso, riposato e giovane passa da una pelle sana.
Come migliorare l’aspetto della pelle? Questa è la domanda che si pongono donne di tutte l’età alle prese con invecchiamento precoce e altre problematiche che interessano la pelle del viso.
A tal proposito spesso si sente parlare di microneedling e, altrettanto spesso, capita di vedere confusione con la tecnica di microinfusion.
Pur restando nell’ambito delle tecniche per il miglioramento della pelle, caratterizzate dall’introduzione di composti attivi nella stessa, si tratta di due metodiche differenti che non vanno confuse.
Differenza tra microneedling e microinfusion
Per capire la differenza tra microneedling e microinfusion è necessario partire dall’anatomia della pelle, così da individuare i migliori ingredienti e le migliori tecniche per ottimizzare i risultati.
Da anni si parla dei benefici del microneedling. Lo dimostra il fatto che sul mercato ci sono moltissimi dispositivi per il microneedling, da quelli manuali a quelli con radiofrequenza.
Accanto a questa tecnica, poi, è stata introdotta anche quella del microinfusion. Di cosa si tratta e quali sono le differenze?
Quando si parla di microneedling si prende in considerazione una tecnica ben specifica, il cui fine ultimo è quello di indurre la rigenerazione del collagene attraverso una serie di aghi ultrafini che vengono passati sulla superficie cutanea.
Questo provoca delle microlesioni sotto la superficie cutanea, che sono controllate e che servono per stimolare collagene ed elastina.
Si tratta di una tecnica superata? Dipende dai casi.
Oggi si parla di microinfusion, una tecnica che prende le basi del microneedling e le migliora. Si tratta di una delle ultime novità made in USA che è approdata anche nel nostro paese. Qui entriamo a pieno titolo nel campo della biorivitalizzazione, che tanto interessa anche i professionisti del settore in questo periodo.
Lo scopo delle tecniche di microinfusione è quello di andare a infondere nell’area interessata un infuso che ha il compito di migliorare l’aspetto della pelle ma senza le microlesioni dovute agli aghi.
All’interno dei device c’è un mix di antiossidanti, vitamine, acido ialuronico e in alcuni casi anche botox.
Il fine ultimo? Migliorare l’aspetto della pelle andando a stimolare la produzione di collagene. Non solo. Grazie alla presenza di acido ialuronico si potranno dare al viso i vecchi volumi persi nel corso del tempo, donando una pelle tonica e visibilmente ringiovanita.
I dispositivi per la microinfusione sono anch’essi dotati di aghi, ma che non vanno in profondità come quelli utilizzati per il microneedling.
Questi aghi ultrafini hanno, infatti, il compito di infondere un fluido e non quello di creare delle microlesioni finalizzate all’induzione del collagene.
La pelle ha una sua specifica anatomia che bisogna prendere in considerazione per capire se sia più utile il microneedling e la tecnica di microinfusion.
Lo strato corneo è quello che crea la barriera della pelle. Questo strato viene raggiunto sia con una tecnica che con l’altra ed è, quindi, importante capire dove sta la differenza tra le due.
Quello che si desidera fare è inserire dei principi attivi nella pelle. Con il microneedling si potrà arrivare, a seconda del dispositivo utilizzato, a una profondità tra i circa 0,20 millimetri i 2,5 millimetri.
Per ottenere un miglioramento visibile della pelle si dovrebbe andare a una profondità di circa 1 millimetro. Andare più in profondità è del tutto inutile e serve solo a sprecare principi attivi.
I dispositivi per la microinfusione, invece, hanno una profondità fissa di circa 0,6 millimetri e permettono di disperdere meno principio attivo anche se, è bene sottolinearlo, potrebbe non essere possibile raggiungere i fibroblasti e il derma reticolare profondo.
Il maggior vantaggio è che le sostanze iniettate nel derma saranno maggiormente biodisponibili e non andranno disperse come nel caso di un microneedling che va troppo in profondità.
Con la microinfusion sarà possibile creare dei veri e propri cocktail di principi attivi da iniettare nel derma, dagli inibitori neuromuscolari a sostanze riempitive e altri ingredienti. Tutto questo migliora l’aspetto della pelle per un periodo di 3-4 mesi circa.
Non ci sono controindicazioni, ma è utile ricordare che è sconsigliato truccarsi nelle 24 ore successive ed è necessario utilizzare un filtro solare per proteggere la pelle.
Redazione Oculoplastica – Dr. Graziani