Quando si nota una neoformazione sulla palpebra superiore un errore da non fare è quello di minimizzare il problema, pensando a una banale escrescenza che potrebbe regredire spontaneamente nel giro di qualche giorno.
Non sono stati individuati degli univoci sintomi del tumore della palpebra superiore ed è per questo che, molto spesso, si tralascia il problema senza pensare alle possibili conseguenze.
Al contrario di quello che si tende a pensare, sebbene siano formazioni accessorie dell’occhio molto piccole, le palpebre possono essere sede di neoplasie, sia benigne che maligne.
Come sottolineato dal professor Jacob Pe’er*, del Dipartimento di Oftalmologia dell’Hadassah-Hebrew University Medical Center di Gerusalemme, le palpebre
sono composte da quattro strati (tessuto sottocutaneo, muscolo striato, tarso e congiuntiva) e, nonostante la mancanza del grasso sottocutaneo, contengono tutte le strutture della pelle.
Non solo: sono ricche di ghiandole eccrine, apocrine e sebacee oltre che di vasi linfatici, sanguigni e di nervi. Per questo, esattamente come accade per la pelle, è possibile sviluppare delle neoplasie anche in questa zona così sottile e delicata, ma così esposta al rischio di foto danneggiamento.
È importante, quindi, parlare più che di sintomi del tumore di campanelli d’allarme da non sottovalutare per ottenere una diagnosi precoce. Si potrà così capire se si tratta di una neoplasia benigna o di un tumore maligno della palpebra superiore.
Questi ultimi non sono, purtroppo, rari e sono influenzati da un’esposizione incontrollata e non protetta ai raggi solari. Sebbene sia difficile assistere alla nascita di metastasi, è importante correre ai ripari quanto prima possibile.
Questo perché le palpebre hanno un’importantissima funzione protettiva nei confronti dell’occhio e anche piccole rimozioni di tessuto palpebrale possono, in teoria, danneggiare la funzionalità palpebrale e la visione.
Sintomi del tumore palpebrale e prevenzione
Come detto, non sono stati individuati dei veri e propri sintomi del tumore palpebrale ed è per questo che spesso si tende a confondere una neoplasia con un calazio, uno xantelasma o con una semplice cisti.
È importante, però, sapere se dietro questa neoformazione si nasconda una lesione palpebrale da tenere sotto controllo.
Quali sono i campanelli d’allarme del tumore palpebrale?
- Nascita e crescita di una escrescenza nodulare o ulcerativa che può cambiare colore e dimensione nel tempo
- Aspetto squamoso
- Sanguinamento della lesione
- Perdita delle ciglia
Dietro tutto questo potrebbe nascondersi un problema non solo estetico: la prevenzione è quindi fondamentale.
La prevenzione dei tumori palpebrali è possibile e parte dalla corretta esposizione al sole. Il cancro della pelle delle palpebre è quasi sempre correlato all’esposizione ai raggi UV del sole. Naturalmente, anche la genetica ha un ruolo importante: i soggetti più esposti al rischio sono quelli con la pelle molto chiara. Il consiglio, quindi, è quello di indossare degli occhiali da sole e proteggere la zona con un fattore di protezione alto e specifico.
Non solo. Sarà importante anche contattare un medico specializzato nella zona dello sguardo. La diagnosi precoce parte, di solito, con una visita oculoplastica il cui obiettivo sarà quello di individuare la natura clinica ed istologica della neoformazione.
Tutti gli strati palpebrali possono essere interessati da tumori, sia benigni che maligni, ed è importante effettuare un pronto esame dermatoscopico e una successiva biopsia, se necessario, per accertare la natura della neoplasia.
Se si tratta di una neoplasia benigna della palpebra superiore si consiglia la rimozione per un fattore meramente estetico. I tumori palpebrali maligni, invece, devono essere operati nel minor tempo possibile per evitare complicazioni anche se, è bene ricordarlo, i tumori metastatici sono abbastanza rari nella regione dello sguardo.
Le forme di tumore palpebrale maligno più diffuse
Tra tutte le forme di tumore palpebrale maligno, la più diffusa è il carcinoma basocellulare che rappresenta la quasi totalità dei casi (90% circa). Si sviluppa più spesso nella porzione interna della palpebra inferiore e può assume un aspetto nodulare.
Per questo motivo, un campanello d’allarme è la comparsa di un nodulo sopraelevato caratterizzato dalla presenza, sulla superficie, di piccoli nuovi vasi sanguigni. Questa escrescenza può apparire irregolare e ulcerata e può aumentare le sue dimensioni anche in poco tempo. In questo caso la diagnosi precoce è fondamentale al fine di evitare un peggioramento e un interessamento dei linfonodi del collo.
I soggetti a rischio sono soprattutto gli anziani e chi ha una pelle molto chiara.
Frequente anche l’epitelioma spinocellulare che si differenzia dal precedente soprattutto per l’aspetto e per la sua natura tendenzialmente più aggressiva. In questo caso si viene a formare una placca arrossata che presenta dei bordi irregolari e ruvidi. Possibile anche la comparsa di una chiazza biancastra che interessa la mucosa. Solitamente questa neoplasia nasce da zone della cute precedentemente danneggiate da una scorretta esposizione al sole.
Anche in questo caso, quindi, è importante cogliere quelli che sono i segnali che dovrebbero allertare e che dovrebbero portare a richiedere una visita specialistica. Come sempre accade in caso di neoplasie maligne, la diagnosi precoce e tempestiva riesce a evitare una serie di danni che potrebbero compromettere la salute dell’occhio e non solo.
Cosa fare quando si ha una neoplasia palpebrale
Se il consulto medico stabilisce che si tratta di una neoplasia benigna, è possibile ricorrere a diverse tecniche per eliminare il problema.
Rientrano tra i tumori benigni della palpebra:
- papilloma squamoso
- iperplasia pseudoepiteliomatosa
- cheratosi seborroica
- cheratoacantoma
- cheratosi follicolare inversa
La forma più frequente è il papilloma squamoso che spesso si presenta come una papula con superficie cheratinizzata. I soggetti a rischio sono uomini e donne dai 50 anni in su. Anche in questo caso il campanello d’allarme è la nascita di questa neoformazione spesso sessile che può essere anche multipla.
In questo, come negli altri casi di tumore benigno della palpebra, si può ricorrere a laser CO2 pulsato, peeling chimico o all’asportazione chirurgica. Sarà il chirurgo oculoplastico a consigliare l’intervento più idoneo alla propria condizione e alle proprie esigenze.
Si consiglia di procedere con l’asportazione di queste formazioni benigne sia per un fattore estetico sia perché potrebbero crescere e diventare fastidiose nell’atto di apertura dell’occhio.
Se, invece, si tratta della rimozione di un tumore palpebrale maligno sarà necessario agire nel minor tempo possibile. Dopo aver accertato la natura maligna della neoplasia, si dovrà procedere con l’intervento.
La figura del chirurgo oculoplastico, in questo specifico caso, sarà in grado non solo di asportare il tumore, ma anche di praticare la ricostruzione estetica delle palpebre così da dare al paziente un nuovo sguardo sano e vitale.
Il consiglio è quello di non tralasciare mai il controllo di neoformazioni palpebrali, ma di agire preventivamente e repentinamente.
Redazione Oculoplastica – Dr. Graziani
*Indian J Ophthalmol. 2016 Mar; 64(3): 177–190.