Da quando sul social network sono apparsi i cosiddetti filtri chirurgia estetica si è assistito a un processo di standardizzazione dei canoni di bellezza senza precedenti.
Solo nell’ultimo anno, oltre un miliardo di persone ha utilizzato i plastic filter e sono aumentate, soprattutto in Asia, le richieste di interventi di chirurgia e medicina estetica.
Il motivo? La Generazione Z vuole assomigliare ai propri nuovi idoli. Kylie Jenner, Kim Kardashian, Bella Hadid, donne che appaiono in video senza difetti. Questo spiega il successo dei vari filtri per ottenere rughe spianate, incarnato glow, fino ad arrivare a quelli che, con un clic, permettono di gonfiarsi le labbra o fare la rinoplastica.
Filtri chirurgia estetica e autostima
A causa di quelli che dovevano essere dei semplici filtri Instagram si è scatenata una vera e propria mania della chirurgia estetica. Un problema per i giovanissimi in fase di cambiamento e facilmente influenzabili. Il proprio aspetto non piace più, scatena dei sentimenti negativi e dei problemi di autostima, di cattiva accettazione del proprio essere e del proprio corpo.
Il sogno diventa quello di avere una bocca più carnosa, un naso più piccolo, una pelle levigata e luminosa ma, nella realtà, si sta assistendo a una standardizzazione dei canoni di bellezza.
Il rapporto tra Instagram, estetica e benessere psicologico si fa sempre più stretto. Si lavora di fantasia per cercare di assomigliare ai propri idoli, dissociandosi dalla realtà. Il risultato? L’omologazione. Guardando qua è là vari selfie sul social network sarà impossibile non notare visi perfetti, labbra gonfiate, nasi rimpiccioliti proprio come quelli delle celebs. Volti tutti uguali, che sembrano formare un esercito di soldati di plastica, senza identità.
Si cerca di annullare il proprio aspetto perché non in linea con quelli che sono i canoni di bellezza del momento e diventa sempre più presente la volontà di snaturarsi, di cancellare quegli attributi emozionali che contraddistinguono ogni persona.
Perché non demonizzare il mondo della medicina estetica
Tutto questo potrebbe portare, nell’immaginario collettivo, a una demonizzazione della medicina estetica. Nulla di più sbagliato.
Affidarsi a un chirurgo oculoplastico per migliorare il proprio sguardo, per eliminare quell’alone di stanchezza dovuto a occhiaie, borse sotto gli occhi, per un filler a base di acido ialuronico o per il botox non nasconde sempre la volontà omologarsi agli altri, ma la voglia di stare bene con se stessi.
Aldilà della psicosi scaturita dai filtri chirurgia estetica, si deve ricordare che i professionisti del settore consigliano sempre un risultato naturale. Questo significa rispettare il proprio viso, i propri lineamenti, i propri attributi emozionali.
Si tratta di un messaggio positivo, che non invoca la standardizzazione ma, al contrario, esalta l’unicità di tratti somatici differenti che possono essere migliorati ma non stravolti.
Non si deve ricorrere alla chirurgia per assomigliare ad Ariana Grande o a uno stereotipo che va di moda sui social. Vi si deve ricorrere per cercare di stare meglio con se stessi, per migliorare dei difetti che, talvolta, possono gravare sulle condizioni di vita.
Si deve sempre ricordare che gli attributi emozionali vanno di pari passo con l’attributo sociale. Con il proprio volto, con la propria immagine, con un aspetto naturale si lancia un messaggio emotivo positivo che non può che portare al successo nelle relazioni interpersonali e nel mondo del lavoro.
Affidarsi alle mani giuste per migliorare il proprio aspetto senza snaturarsi è importante. Contattandoci si potrà avere un confronto per individuare il trattamento migliore per le proprie esigenze.
La Redazione