Parlare di ptosi palpebrale, o di palpebre calanti, significa mettere in luce un problema che interessa sia donne che uomini. Sarà possibile riconoscere uno sguardo affetto da ptosi per la presenza di una o di entrambe le palpebre a un livello più basso del normale.
Non solo. Lo sguardo di chi è affetto da ptosi appare spesso stanco e appesantito, anche se non si tratta di soggetti in età avanzata. Il problema, infatti, può insorgere anche molto presto e, in taluni casi, è congenito.
La problematica si associa, molto spesso, alla perdita di tonicità del muscolo di Müller che porta con sé una caduta verso il basso della palpebra, andando così a coprire parte del campo visivo.
Un difetto non solo estetico, quindi. Non si parla, infatti, solo di un’asimmetria dello sguardo, ma anche di un possibile e certamente non raro restringimento del campo visivo. Ci si ritrova, infatti, nella condizione di dover spostare la palpebra con un dito o di dover abbassare o sollevare il capo per poter vedere. Una condizione non facile, che richiede un’immediata soluzione.
Come risolvere il problema: intervento laser per curare la ptosi o intervento chirurgico?
Chi ha un problema di palpebre cadenti dovrebbe sempre richiedere un colloquio con un chirurgo oculoplastico. Essendo specializzato nella zona dello sguardo, questa figura professionale riuscirà, attraverso una serie di test specifici, a inquadrare sin da subito la situazione.
L’intervento di correzione della ptosi, effettuato per via transcongiuntivale e senza cicatrici cutanee visibili, ha come obiettivo quello di ridare tonicità al muscolo elevatore delle palpebre. Naturalmente, per ottenere un ottimo risultato, l’intervento deve essere programmato sulle proprie esigenze, prendendo in considerazione quella che è la funzionalità residua del muscolo stesso.
Un intervento di questo tipo può essere associato a una blefaroplastica chirurgica, che corregge il rilassamento palpebrale, per ottenere uno sguardo non solo nuovamente simmetrico ma anche sveglio, radioso e rilassato.
Lo abbiamo detto. Siamo dinanzi a una procedura chirurgica a tutti gli effetti che richiede anche una fase post-operatoria, seppur breve. Una vita frenetica, molti impegni lavorativi e non solo spingono tante persone a rimandare un intervento come quello proposto. Per questo motivo, chi non si trova in una situazione di compromissione del campo visivo si domanda se ci siano, o meno, delle alternative.
Sarà possibile effettuare un intervento laser per curare la ptosi? La risposta è negativa.
Tuttavia, se non siamo dinanzi ad una vera ptosi bensì a un rilassamento della cute palpebrale è possibile prendere in considerazione un intervento più conservativo. Niente bisturi, quindi, e niente punti di sutura. Sarà necessario praticare un’anestesia locale e procedere con l’utilizzo di un laser CO2 frazionato che andrà a sparare un fascio di luce sulla palpebra superiore cadente.
Questo intervento punta a ridurre la superficie palpebrale in eccesso grazie a dei micro forellini generati dalla luce concentrata che va a provocare una contrazione della pelle e, quindi, un restringimento.
Tutto questo avviene senza sanguinamento. Si formeranno delle piccole crosticine che cadranno in poche ore, potendo così riprendere la propria quotidianità a 360 gradi.
Redazione Oculoplastica – Dr. Graziani