Hunter eyes, “occhi da cacciatore“.
Siamo di fronte a quel tipo di sguardo profondo e deciso, riconoscibile anche fra mille volti sulla Sunset Boulevard all’ora di punta…
Non è a caso il riferimento hollywoodiano, patria dei più belli e tenebrosi hunter eyes.
L’effetto è decisamente quello di uno sguardo magnetico. L’ideale di bellezza che riceviamo dall’arte greca e che continua a essere attuale: occhio seducente, verticalmente stretto e incappucciato, inserito nella cornice di un volto dalle proporzioni perfette.
Fateci caso quando sfogliate la vostra gallery. Gli hunter eyes perfetti poggiano su un floor dallo zigomo ben definito e con un roof molto ampio senza una palpebra mobile evidente. Per un “eye frame” che lascia tutti senza fiato.
È possibile averlo?
Non esistono procedure standard utilizzabili per tutti i pazienti, ci sono però dei mini-interventi o trattamenti estetici che permettono di rendere lo sguardo più profondo, e seducente.
Ma procediamo con ordine.
Come avere dei perfetti Hunter Eyes
Comunichiamo attraverso lo sguardo, è innegabile.
Anzi, la maggior parte del linguaggio non verbale passa attraverso gli occhi. Ma cosa succede quando quello che vediamo allo specchio, il nostro riflesso, non ci rimanda l’immagine che vorremmo? Cosa succede quando non ci piacciamo, o meglio, non sentiamo che l’involucro esterno comunica al meglio ciò che siamo dentro?
Intervengo sugli sguardi delle persone da più di dieci anni e mi stupisco sempre di come anche piccoli accorgimenti possano davvero fare la differenza. E mi stupisco ancora di più di quanto sia importante ridonare ai miei pazienti una visione di sè più in linea con la loro indole, il loro temperamento, il loro senso del piacere.
Come raggiungere quel desiderio? Con un dialogo approfondito, una consulenza mirata e un lavoro di lima, si individuano gli interventi attuabili. Sempre tenendo a mente un principio di fondo: ogni dettaglio deve rientrare nella visione d’insieme di tutto il viso.
La parola chiave è “Armonia”.
È possibile ottenere una “forma” hunter eyes grazie a due percorsi: quella di filling o mediante un intervento chirurgico mini invasivo.
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Hunter eyes Vs Prey eyes
Approfondimenti storici suggeriscono che il termine “Hunter Eyes” derivi dal fatto che gli uomini con questi tratti apparivano più minacciosi e dominanti di altri. Di fronte a loro i “Prey eyes“, occhi preda, più rotondi, si sentivano intimoriti. Il che suggerisce che gli occhi da cacciatore potrebbero essersi evoluti parzialmente per intimidire altri uomini.
E oggi?
Oggi siamo eredi dei canoni estetici del passato, certo, ma abbiamo fatto del bello anche una sensazione emotiva.
In altre parole, vogliamo essere ciò che ci fa stare bene con noi stessi.
Ma definiamo meglio l’occhio rotondo.
I Prey eyes, occhi rotondi, sono caratterizzati da una palpebra mobile alta e ben definita, con una piega palpebrale ben visibile. Questa particolare forma dell’occhio contribuisce ad avere uno sguardo più dolce e meno mascolino.
Intervenire su un occhio tondo per andare nella direzione di un hunter eyes è possibile. La strada non è univoca, ma ci sono due direzioni principali: l’intervento mini invasivo e il trattamento estetico.
Intervento di chirurgia mini invasiva
È possibile passare da un occhio molto rotondo, il prey eyes di cui sopra, a un taglio di occhio decisamente più allungato e affusolato, grazie a un intervento mini invasivo transcongiuntivale, senza cicatrici cutanee esterne.
Il risultato è una palpebra superiore più piena e incappucciata, che rimanda all’hunter eyes.
In questo caso si parla di ptosi palpebrale, una tecnica che permette di ottenere ottimi risultati estetici (sia a livello di apertura dell’occhio che di contorno palpebrale).
Trattamento estetico
A seconda del tipo di conformazione palpebrale ed orbitaria di ogni singolo paziente è possibile intervenire con trattamenti estetici per ridonare allo sguardo l’effetto hunter eyes desiderato. Il più ricorrente è quello del filler della palpebra superiore.
Se si opta per un filling a base di acido ialuronico per correggere un occhio rotondo si punta a ridurre in altezza la palpebra mobile sfruttando l’effetto volumetrico dello stesso.
Sempre tenendo conto delle proporzioni armoniche ideali del volto.
La mia visione
Amo instaurare un dialogo approfondito con il mio paziente, per arrivare insieme alla soluzione migliore per lui.
Si parte da un desiderio, ci si confronta, e alla fine, anche se si va in una direzione che prima non si credeva nemmeno possibile, si superano le aspettative previste.
Ed è ciò che amo di più di questo lavoro.
Redazione Oculoplastica – Dr. Graziani