Filler occhiaie: cosa spinge i pazienti a intervenire sul proprio sguardo? Ce lo svela uno studio universitario
Medicina estetica

Filler occhiaie: cosa spinge i pazienti a intervenire sul proprio sguardo? Ce lo svela uno studio universitario

Cosa ci spinge a sottoporci a trattamenti filler per le occhiaie? A questo quesito ha risposto la Northwest University, che in un anno ha intervistato 511 pazienti: non è mai solo una questione estetica.

Cosa ci spinge a sottoporci a un trattamento di medicina estetica?

È una domanda la cui risposta non è mai così immediata come sembra: non è solo per un fatto semplicemente estetico.

Ormai sono tantissime le donne, ma anche gli uomini, che si sottopongono ai trattamenti filler occhiaie per eliminare questo fastidioso inestetismo e recuperare un po’ di giovinezza perduta; così tante che il fenomeno ha suscitato l’interesse di molte università internazionali, costantemente alla ricerca delle motivazioni psicologiche che spingono il paziente ad avvicinarsi al mondo della medicina estetica.

Filler occhiaie: un interessante studio americano

Tra questi anche lo studio della Northwestern University (pubblicato sulla versione online di Jama dermatology) che in un anno è riuscita a intervistare 511 pazienti, tutti sottopostosi a trattamenti filler occhiaie e la cui provenienza andava a coprire tutto il territorio americano.

Perché portare avanti uno studio di questo tipo?

Semplice: per cercare di conoscere meglio i nostri pazienti e definire chiaramente i loro bisogni e le loro aspettative.

Ma passiamo ai dati.

Esiste una motivazione molto intima che li spinge a varcare la soglia dello studio medico, gremito ormai di pazienti che per l’86,1% sono donne, dai 45 anni in su (56,0%), caucasiche (75,5%), laureate (91,8%) e di cui la metà (52,8 %), in passato,  si è già sottoposta a trattamenti di medicina estetica come il filler o il botox.

Quale?

Non è solo una questione estetica

Da questo studio complesso ed esaustivo il team di ricercatori è riuscito a trarre delle conclusioni illuminanti: il paziente non desidera soltanto apparire più bello, ma, e qui aggiungiamo soprattutto, vuole preservare la propria salute, andando a intervenire sui piccoli difetti che a lungo andare potrebbero peggiorare la vista e l’armonia dello sguardo.

Infine, vuole aumentare il proprio benessere psicologico, ovvero cominciare una volta per tutte a stare bene con se stesso.

Un dato, questo, di vitale importanza non solo per chi ha intenzione di sottoporsi a un trattamento di medicina estetica e ci sta ancora riflettendo, ma anche per il medico oculoplastico, ogni giorno impegnato nel complesso rapporto con il paziente che precede il vero e proprio intervento.

Quindi per concludere: più che l’aspetto estetico fine a se stesso, il motore che ha spinto questi pazienti ad avvicinarsi alla medicina estetica è stato il desiderio di sentirsi più felici e fiduciosi nei confronti della vita, un bisogno che va oltre il voler sentirsi semplicemente più belli.

Insomma, non è solo una questione estetica, anzi: il bisogno di un trattamento ha sicuramente radici più profonde.

Fonte dati: Jama dermatology, “Self – Reported Patients Motivation for Seeking Cosmetic Procedures“, 15 agosto 2018

La redazione