In questi ultimi anni il mondo dell’oculoplastica ha studiato nuove soluzioni in grado di eliminare gli inestetismi dello sguardo nella maniera più efficace possibile.
Tra i tanti traguardi raggiunti non possiamo non citare i passi avanti fatti nel campo della medicina rigenerativa, rappresentata da una delle sue tecniche più all’avanguardia: il lipofilling.
Il suo obiettivo è chiaro: la medicina rigenerativa è sempre alla costante ricerca di nuove formule che possano riparare i tessuti danneggiati della pelle, ripristinandone il funzionamento.
In che modo? Servendosi di fattori di crescita, supporti biologici e, in particolare, studiando lo straordinario potenziale delle cellule staminali: in sintesi, utilizzando tessuto adiposo autologo prelevato direttamente dal paziente.
I risultati di questo procedimento sono stati talmente incoraggianti che i ricercatori hanno continuato a testare tecniche sempre più all’avanguardia: tra queste spicca Renuva Allograft Adipose Matrix, il filler iniettabile a base di tessuto adiposo non autologo sviluppato dall’organizzazione statunitense MTF e approvato dagli standard FDA di sicurezza e qualità.
Prima di parlare di questa tecnica all’avanguardia, però, è bene fare un passo indietro e descrivere i meccanismi del lipofilling: il trattamento Renuva non è altro che una sua naturale evoluzione.
Come aumentare il tessuto adiposo: la tecnica rigenerativa del lipofilling
Il lipofilling è, ad oggi, considerato uno dei bio filler più richiesti e utilizzati dagli specialisti oculoplastici: lavorando sui volumi del viso, questo trattamento di medicina rigenerativa è in grado di rimodellare la zona orbito-oculare svuotata.
Esso prevede l’aspirazione di una certa quantità di tessuto adiposo da una zona donatrice e il trapianto dello stesso in una differente area da riempire, come la zona dello sguardo.
Per essere ancora più chiari, il medico oculoplastico interverrà prelevando del grasso da una parte del corpo del paziente per reiniettarla nelle zone del viso che ne hanno più bisogno.
In questo modo sarà in grado di migliorare in modo importante le occhiaie e le zone “svuotate” colpevoli di neutralizzare l’armonia del nostro sguardo.
I risultati sono stati fin da subito straordinari e, soprattutto duraturi nel tempo: essi possono addirittura essere considerati semipermanenti, perché del grasso iniettato solo il 30% si assorbe nel tempo, mentre il restante 70 si stabilizza, mantenendo il risultato ottenuto a tempo indeterminato.
Ciò che offre Renuva, però, è ancora più stupefacente.
Come agisce Renuva?
Per cominciare, proprio come il lipofilling, anche questo trattamento è un filler iniettabile.
A differenza del primo, però, Renuva non si serve di grasso autologo ma bensì di tessuto adiposo prelevato da un altro donatore, trattato e sterilizzato secondo gli standard di sicurezza e qualità.
Una volta iniettato nella zona “svuotata”, le cellule staminali del nuovo tessuto stimoleranno le cellule del grasso già presente a produrre di più, attivando un meccanismo di rigenerazione e biorivitalizzazione.
In questo modo, nel giro di qualche mese, la zona svuotata colpevole della presenza delle occhiaie, avrà di nuovo riacquistato i suoi volumi naturali, donando allo sguardo un aspetto totalmente ringiovanito.
L’aspetto ancora più interessante di questa nuova tecnica è che non richiede nè anestesia né sedazione, perché a differenza del lipofilling non implica il prelievo di grasso autologo e quindi di alcun intervento chirurgico: un vero e proprio filler di ultima generazione che, come il classico filler a base di acido ialuronico, richiederà solo qualche minuto in ambulatorio.
È chiaro che, nel caso riuscisse a sbarcare anche in Italia, Renuva potrebbe diventare una valida alternativa al lipofilling: velocità della procedura e assenza di tempi di recupero. Sono queste le sue carte vincenti.
Per saperne di più, vi invitiamo a visitare la sezione del sito dedicata alla medicina rigenerativa, o a rivolgervi direttamente a noi.
La redazione