Carattere etnico: dal colore alla forma degli occhi
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Carattere etnico: dal colore alla forma degli occhi

Ricercare il miglioramento estetico è legittimo, ma occorre che il professionista esperto, con grande attenzione e sensibilità, riesca ad analizzare il singolo caso, senza cancellare quel tratto che caratterizza la persona

Il colore della pelle umana dipende dalla combinazione di diversi fattori quali la forma e il numero dei melanosomi e lo stato dinamico della circolazione cutanea. Da qui il colore della nostra pelle, variegata a livelli esponenziali in tutto il mondo: da un nero scuro tipico dell’Africa Occidentale a quello più olivastro del Pakistan… fino ad arrivare al bianco pallido tipico del popoli del nord. Ultimamente stiamo assistendo ad uno strano processo di “sbiancamento”. Il desiderio di una pelle chiara non è più un “capriccio” Vip, come Michael Jackson, ma un fenomeno che in Africa ha assunto dimensioni preoccupanti. Le donne africane usano sempre più prodotti sbiancanti per la pelle, spesso di pessima qualità.

Uno studio dell’Università della Città del Capo ha dimostrato che una donna su tre ne fa uso «per sentirsi più sicura». In diversi luoghi del continente nero le ragazze con la pelle chiara vengono considerate più belle. L’origine di questa credenza non è chiara: i ricercatori l’hanno collegata alla storia coloniale dell’Africa. E così personaggi pubblici come la cantante Nomasonto Mnisi, in arte «Mshoza», hanno voluto cambiare, suscitando una valanga di polemiche. A combattere questa tendenza ci ha pensato Grace Amey-Obeng, fondatrice dell’azienda Forever Claire, pronta ad aiutare le donne africane a preservare la bellezza naturale della loro pelle.  A questo fenomeno, l’Organizzazione mondiale della sanità ha dedicato uno studio:  lo sbiancamento della pelle è diffuso soprattutto in Nigeria, dove addirittura il 77% delle donne lo ha provato, e tocca percentuali ragguardevoli in Togo (59%) e Senegal (27%). 

Oltre al colore della pelle, parlando di caratteristiche etniche, non possiamo non parlare della crescente richiesta di modificare o migliorare la propria forma dell’occhio in direzione occidentale o in direzione orientale.

Direzione Occidente

Un trend decisamente in crescita in questi ultimi anni. Le donne orientali, ma anche quelle africane, ricorrono alla chirurgia plastica per avere tratti meno etnici soprattutto nella regione dello sguardo. Un esempio? Gli asiatici spesso nutrono il desiderio di avere occhi più occidentali, per mettere maggiormente in risalto il loro sguardo, e ricorrono dunque a quella che si chiama blefaroplastica “asiatica”. Ricercare il miglioramento estetico è legittimo, ma occorre che il professionista esperto, con grande attenzione e sensibilità, riesca ad analizzare il singolo caso, individuando i trattamenti specifici di medicina e chirurgia estetica, senza cancellare quel tratto che caratterizza il paziente. Parlando di sguardo orientale o taglio dell’occhio asiatico, la blefaroplastica orientale è un intervento ultra-specialistico della regione dello sguardo che ha visto un forte incremento di richieste dato l’alto numero di persone di origini asiatiche che vivono nel nostro Paese. Dal punto di vista anatomico, il taglio dell’occhio orientale od asiatico, a differenza di quello caucasico od occidentale, presenta nel 50% dei casi una palpebra superiore singola. La palpebra mobile è quasi del tutto assente determinando una palpebra superiore continua dal sopracciglio al margine ciliare, senza la piega che contraddistingue la doppia palpebra occidentale. In questo caso, la blefaroplastica asiatica consente di creare una doppia palpebra senza però stravolgere i tratti tipici della razza.

Direzione Oriente

Al contrario, le persone che hanno occhi grandi, o magari anche rotondi, spesso ricorrono all’utilizzo di eyeliner e ombretti in polvere per cercare di allungarli e armonizzare maggiormente lo sguardo. La ricerca di una forma dell’occhio allungato o più mandorlato, è possibile trovarla anche in chirurgia estetica grazie alla cantoplastica, intervento dedicato ad amplificare la forma a mandorla dell’occhio. Consiste nel sollevamento e nello stiramento del tendine della palpebra inferiore. Per dirla in modo semplice, vengono date nuova inclinazione e tensione al tendine della parte esterna inferiore dell’occhio. Lavorare sulla parte esterna dell’occhio permette di risolvere l’occhio all’ingiù, donando al paziente uno sguardo che risponderà finalmente ai suoi desideri.

Redazione